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Firma al decreto "equo compenso": sempre più #iniquocompenso

Pubblicato su da ustorio

~Alla fine gli aumenti arriveranno grazie alla firma che Dario Franceschini, Ministro dei Beni Culturali e delle Attività Culturali, ha apposto sull'apposito decreto ministeriale. Pochi i dettagli noti, ma quelli che emergono sono in buona parte imbarazzanti. #iniquocompenso

~di Alessandro Bordin pubblicato il 22 Giugno 2014 nel canale MULTIMEDIA

~Equo compenso per copia privata, l'assurdità continua Era nell'aria ed è arrivato. Stiamo parlando del decreto volto ad adeguare le tariffe dovute da chi usufruisce a titolo privato di contenuti multimediali, come la legge sul diritto d'autore prevede. La questione non verte sul legittimo diritto di salvaguardare le opere di ingegno e i compensi che spettano a chi produce contenuti. Siamo di fronte più che altro ad una ennesima prova di menefreghismo e sordità nei confronti di molte delle parti chiamate al tavolo di discussione (in pratica è stata ascoltata solo la SIAE), e su una ben più grave modalità di raccolta di soldi tramite una tassa (sì, una tassa, ma ci torniamo dopo) applicata in molti casi senza alcun criterio logico (in ultima pagina trovate le motivazioni, già espresse anche in altri articoli). Ma andiamo per gradi e cerchiamo di vederci più chiaro. Dario Franceschini è ministro dal 22 febbraio 2014, motivo per cui possiamo portare a sua discolpa il fatto di essere in questa posizione istituzionale da poco, "ereditando" gran parte dei lavori già impostati dal suo predecessore Massimo Bray. Sarebbe ingiusto parlare di ignoranza e di legiferazione su un argomento non conosciuto; riportiamo infatti il video di un tavolo di discussione parlamentare pubblicato il 7 maggio 2014 (durata oltre 40 minuti, ma ne vale la pena), in cui il ministro sembra conscio delle problematiche (o almeno di alcune) che gravitano intorno allo spinoso argomento. Quello che indigna la rete, gli addetti ai lavori e i cittadini più informati è che nulla cambia rispetto alla vergogna della legge vigente, se non che ora pagheremo molto di più rispetto a prima andando ad acquistare qualsiasi apparecchio in grado di registrare o riprodurre materiale multimediale, a prescindere che sia usato per godere di contenuti protetti dal diritto d'autore oppure no. Acquistiamo una memory card per la macchina fotografica? Una parte di quei soldi andrà agli iscritti alla SIAE. E' assurdo per tutti tranne che per il legislatore e la SIAE, ma anche in questo caso ci torniamo dopo. Come abbiamo avuto modo di anticipare, il ministro dimostra nel video di essere a conoscenza di alcune problematiche, ma ha commesso a nostro avviso l'errore madornale di ascoltare una sola parte, ovvero la SIAE. Il tavolo delle trattative con le molte parti in causa non ha portato a nulla, come affermato dallo stesso ministro. Esattamente come il decreto Bondi, la nota ministeriale sembra scritta sotto dettatura SIAE e cerca di convincerci sulla bontà della causa, senza riuscirci minimamente non sul concetto di base, ma sulle modalità. I principali protagonisti della nota sono smartphone e tablet, ovvero la vacca più grassa da mungere al giorno d'oggi, ma seguirà anche la liste di tutti i dispositivi elettronici in grado di archiviare e/o riprodurre contenuti multimediali.